Spettacoli, incontri inediti, esplorazioni, pratiche teatrali.Dal 17 giugno all’11 settembre torna a Parma INSOLITO FESTIVAL, rassegna di teatro, con spettacoli, incontri, esplorazioni e pratiche teatrali per adulti, bambini e bambine, giunto alla sua ottava edizione, con una forte inclinazione alla creazione di relazioni tra dimensione pubblica e dimensione artistica. I linguaggi teatrali, plurali, multiformi, sperimentali, si fanno sguardo attento su un presente che chiede di essere interrogato, ascoltato, narrato.In continuità con le edizioni precedenti, Insolito Festival allarga la sfera di indagine e scambio artistico alla comunità, ma misurandosi sui cambiamenti avvenuti in questo ultimo anno, rafforza l’intento di includere nella programmazione, oltre a spettacoli per un pubblico intergenerazionale, creazioni speciali, incontri particolari, pratiche teatrali per bambini e bambine, ragazzi e ragazze, nuovi formati che permettano una fruizione diversificata e innovativa.La pluralità dei linguaggi, la ricerca di nuove espressioni artistiche, il teatro per l’infanzia e le nuove generazioni, un focus sul teatro di figura, sono alcune delle direzioni portate avanti da artisti e artiste che da anni si muovono sul territorio, accanto a compagnie e realtà di carattere nazionale, che insieme contribuiscono ad arricchire la visione di un festival fortemente legato alla comunità, ai suoi tessuti urbani, agli intrecci che si generano attraverso l’arte. Insolito Festival viene accolto in nuovi spazi, dando vita a collaborazioni e contaminazioni, accentua il suo carattere nomade, fa dell’abitare diversi luoghi attraverso lo scambio artistico, un atto di pratica poetica necessaria, vitale, che guarda all’origine dell’uomo come animale sociale e politico. All’uomo come singolo e all’uomo come frammento di una comunità che si nutre di arte, di immagini, di racconti, di sensi.Le parole, nella loro forma, nel loro essere significati e significanti, radici di una sostanza che abbiamo generato, ricreato, scomposto, le parole come segni forti di appartenenza od esclusione, le parole che attraverso il linguaggio si fanno comunicazione, domanda, esercizio, sono ciò che ci permetterà, come suggerisce Chiara Guidi, di interrogare il nostro agire in questa ottava edizione.