La voce dei volontari

Con le loro parole

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Da una mail inviata a Marina Pedrelli, coordinatrice dei volontari di Parma 2020, dopo i tre giorni di Inaugurazione (11-13 gennaio 2020):

"Buongiorno Marina,

desidero ringraziare il Comune di Parma, e te in particolare,  per questi tre giorni.
E' vero che in teoria siamo noi volontari ad esserci offerti pensando di 'dare' ma ho compreso che il mio conto con questa città sarà eternamente a debito.

In questi tre giorni ho infatti aumentato la mia conoscenza di alcuni luoghi che, erroneamente, pensavo di conoscere già abbastanza.
Le guide, sia di casa Toscanini che al Ponte Romano, bravissime, hanno avvolto me e gli altri visitatori con informazioni e curiosità date con tanta professionalità sì ma soprattutto con una passione davvero contagiosa.
 

L'esperienza al Teatro Regio è stata altrettanto unica ed entusiasmante. Oltre a incantarmi la complessità di quanto si deve mettere in atto per garantire una visita istituzionale di questo livello, la collaborazione con le altre sei volontarie è stata bellissima.

Ci siamo divertite e trovate bene, tanto da sperare di avere altre occasioni di rivederci. Quindi non solo l'incanto della cerimonia ma anche nuove piacevoli conoscenze.
I piedi infreddoliti e la schiena dolente per le ore in piedi a cui non ero  più abituata sono state in confronto fatiche minime e già svanite per la contentezza di quanto vissuto in questi giorni, sono proprio felice di questa esperienza.

Quindi grazie grazie grazie per il lavoro immenso e complesso che state svolgendo."

Manuela


Messaggio inviato da una volontaria che ha prestato servizio durante il weekend di Inaugurazione (11-13 gennaio 2020)

"L’organizzazione di eventi culturali e le attività di volontariato mi hanno da sempre affascinato. Non appena il Prof. Guerra ha parlato a noi studenti universitari di questa opportunità, ho aderito subito. Volevo sentirmi parte di un progetto ambizioso legato alla nostra comunità, nell’ambito della diffusione della cultura in tutte le sue forme. Sentivo che avrei potuto mettere le mie risorse a disposizione: volontà, coraggio, voglia di mettersi sempre in gioco, il piacere di stare con gli altri.

Si.... perchè essere Volontari vuol dire questo....partecipare, dialogare, essere consapevoli di dare, anche se per un tempo definito, un piccolo contributo a qualcosa che non finisce ma è in continua evoluzione.

Sono stata fortunata perchè ho vissuto l’intero weekend inaugurale: sabato al parco Ducale, domenica al Teatro Regio in occasione della visita del Presidente della Repubblica e lunedì in piazza ad omaggiare tutte le persone che hanno participato alla caccia al tesoro Parmigiana di Sant’Ilario. Per me è stata una bellissima esperienza, ho lavorato e mi sono coordinata con gruppi di persone di età differenti, sono fiera di fare parte di una comunità di persone che vogliono fare la differenza, ringrazio Marina, la responsabile, sempre gentile e attenta, e tutte le volontarie che ho incontrato, persone che come me vivono con passione e che riescono a trasmettere il loro entusiasmo.

A volte cerchiamo la felicità in cose effimere e complicate mentre spesso è tutto lì a portata di mano, basta aiutare gli altri, partecipare, condividere, per sentirci meglio e dare un significato a tutto.

Un grosso in bocca al lupo a tutti gli organizzatori di Parma 2020 e a tutti Noi."

Lorenza

 

Consegna a domicilio per conto delle nostre biblioteche: prima consegna per Marta! Grazie Marta, per ciò che fai e per questo racconto che hai voluto condividere con noi.

“Ritiro tre pacchi in videoteca, il Front della Civica. Si presentano bene, nella loro borsina di carta gialla, il giallo di Parma 2020/2021 allegro e riconoscibile, e inizio il giro delle consegne.

La zona è l'Oltretorrente, il mio quartiere. Sui pacchi sono ben visibili i nomi e gli indirizzi col numero di cellulare, adesso devo cercare le strade, le case, i nomi sui campanello, il piano scala.

Per me è un ritorno alle origini, agli anni settanta quando nei quartieri nacque il servizio di assistenza domiciliare agli anziani. Anche allora con una bicicletta si raggiungevano le persone nelle case, condividendo le atmosfere, le loro originalità, i bisogni.

Oggi le situazioni sono diverse ma lo spirito di servizio è sempre lo stesso, e la gioia del contatto con colui che ancora non conosci è immutato, come è allegro il sorriso di chi riceve. Un grazie con un sorriso, alle nostre magliette gialle, al dono di un libro che è stato richiesto e che nei prossimi giorni sarà una buona compagnia per le lunghe giornate e nelle sere calde."

Marta

 

Dalla Gazzetta di Parma del 25 gennaio 2020: quattro volontari raccontano la loro esperienza (a cura di Lucia Galli)

“Impegnarmi per la mia città? È una cosa che mi corrisponde. Significa fare qualcosa innanzitutto per me, perché anche io sono la città e la città sono io. Insieme ai miei concittadini”. Sembra un’equazione quella considerazione di Daniela Camarsa, che, dei volontari, è un po’ la veterana. Lei non perde un’occasione per dare una mano. Chi la chiama sa che la risposta sarà sempre un unico, squillante, “sì, arrivo”. Così è stato per Parma 2020.

Daniela aveva percorso il “cursus honorum” del bravo volontario: debutto al forum Unesco perché “le tre lingue imparate al Liceo linguistico – spiega - servono sempre, e in più mastico anche il giapponese”. Merito del compagno che è parmigiano, ma anche monaco zen.

Lei, a Parma, è arrivata per amore, mentre per business la sua casa è Milano, dove è stata per anni broker assicurativo. Il suo è il ritratto di una fulgorazione: Parma ha fatto breccia nel suo cuore: “al primo colloquio ho esibito tailleur con tubino nero e scarpa col tacchetto”, ride. Dopo il forum è arrivato l’impegno per “I like Parma”: “ho fatto un po’ di tutto, giocato coi bimbi, presidiato il Duomo, studiato pillole di storia per intrattenere i gruppi in coda ai vari monumenti”.

Mettersi al servizio? “Significa rendersi disponibili a fare cose che non avresti mai pensato di fare e capire quanto sia bello aiutare gli altri. Tutti, a nostra volta, vorremmo essere aiutati, quando ne abbiamo bisogno”. La scoperta più bella? “Impegnandomi a Parma ho capito quanto possa funzionare bene il pubblico grazie allo sforzo dei singoli. Ho sciolto ogni pregiudizio”."

Daniela

 

"Per Paolo Chimenti Parma doveva essere una tappa nella vita. Ci abita da quasi 30 anni, una moglie milanese, “la parmigiana vera è nostra figlia”, scherza oggi, ricordando come nel 1990 alla nascita della bimba, lui e la moglie decisero di non spostarsi più. “Dove altro avrei potuto portare mia figlia a scuola o a spasso in bicicletta? A Roma, sui sette colli? O magari a Milano sul pavè?”. Analista finanziario molla l’Urbe eterna e scende il giallo Parma. Così fa la moglie.

Da cittadino d’adozione a volontario per scelta il passo è stato breve: “a giugno, passando sotto i Portici del Grano, ho visto un banchetto dove si cercavano dei volontari. Misono detto “perché no?” - racconta – “ho pensato a quello che avrei potuto fare io per la mia città e non a quello che mi aspetto che faccia lei per me. Mi sono reso disponibile”.

Paolo ama Parma, per il 2020 spera siano in tanti a visitarla e che Parma diventi ancora più accogliente ed inclusiva. Ad ottobre inizia il suo tirocinio: prima varie attività, poi il culmine con l’inaugurazione e i giorni di Sant’Ilario:m "il sabato alla parata ho anche portato lo striscione, nessuno si aspettava una partecipazione così travolgente, poi ho girato dal Governatore all’Info point a distribuire informazioni e gadget, quindi in Duomo per la messa di Rossini con quattromila persone da fare accomodare”.

Esausto, ma felice, Paolo è pronto ad impegnarsi ancora: “Parma è nel mio destino: mi ha accolto ed ora ripenso ad una mia vecchia prof delle medie. Insegnava musica e ripeteva che per la lirica il vero banco di prova era Parma: avere successo in quella città significava farcela ovunque”."

Paolo

 

"E’ la prima “dottoressa in Parma 2020”. Noura Marzougui ha fatto di quest’anno speciale il tema della sua tesi in Antropologia del Patrimonio. Dalla teoria è passata alla pratica dedicando anche il suo anno di servizio civile alla città. A Bologna ha studiato, ma poi è tornata a casa: “Ho passato in rassegna le varie Convenzioni con cui l’Unesco permette di valorizzare il patrimonio mondiale e poi ho preso in esame il caso della mia città come Capitale della Cultura”, racconta.

A Parma Noura aveva già fatto la volontaria in diverse occasioni, percorrendo l’intero iter che il Comune aveva pensato per rodare i volontari, sin dallo scorso anno: “Dal Forum Unesco in autunno alle giornate di “I like Parma”, fino ai tre giorni dell’inaugurazione. “Mi è piaciuto molto confrontarmi con persone sempre diverse che potrei anche non rivedere più nella vita, ma con cui ho condiviso un obiettivo. Credo che il singolo e la cura del dettaglio possano cambiare la prospettiva dei grandi eventi”.

Ora, insieme ad altre tre ragazze, Noura ha fatto un ulteriore passo e ha iniziato il suo periodo di servizio civile all’assessorato alla cultura, nel team di Marina Pedrelli, responsabile del coordinamento dei volontari. “Questa esperienza mi ha conquistato e così ho deciso di impegnarmi ulteriormente” racconta.

Per Parma 2020 ha una sua idea: “Sono nata a Parma e ho un papà tunisino: ho sempre vissuto qui ma ho capito verso 18 anni la vera bellezza della città e il suo sapore autentico, che non è solo quello delle grandi eccellenze alimentari. Spero che il 2020 sia utile ai giovanissimi che troppo spesso sognano di andarsene via”."

Noura

 

"Sabato ha sfilato e fatto vigilanza sotto il palco, domenica doppio turno al Teatro Regio e poi al Battistero, lunedì, per Sant’Ilario, si è goduta la mostra della Gazzetta ascoltando da vicino il curatore. Evelyn Trochidis non vede l’ora di ricominciare ed è felice di questi tre giorni “straordinari e di straordinari” con cui si è aperta Parma 2020. “Ero ovunque e sono felice”, sintetizza così la sua esperienza di volontaria.

“Ho inviato una candidatura spontanea: amo questa città e ho scelto di viverci, in centro, perché credo che la vera essenza di Parma siano i suoi borghi silenziosi”.

E pensare che Evelyn, impiegata, è sì parmigiana, ma da sempre respira tante culture diverse: mamma della Costa Rica, papà di Atene. Parla lingue diverse, ma il cuore batte in parmigiano: “I miei genitori mi hanno fatto amare questa città: magari in cucina da noi si incontravano sapori differenti, ma i miei divertimenti erano il “grillo” del Parco Ducale, fare la spesa in Ghiaia e assistere agli spettacoli dei burattini”. Niente sirtaki, niente salsa o il reggaeton. Solo tanta Parma.

Per questo 2020 Evelyn ha una speranza ed una missione: “I parmigiani non sono sempre consapevoli della grandezza di cui sono eredi: spero che quest’anno sia l’occasione buona per riscoprire da dove veniamo tutti, magari ripassando un po’ di storia. Ho molti parenti all’estero. Quando vengono a Parma si stupiscono di cose che noi diamo per scontate”. Ed ecco allora la missione: “Credo che il volontario, con il suo sorriso, abbia la possibilità di dare il benvenuto a chi arriva in città, predisponendo al meglio il visitatore. Accogliere con una parola gentile cambia la prospettiva”."

Evelyn

 

Da una mail inviata a Marina Pedrelli, coordinatrice dei volontari di Parma 2020

"Ad Ottobre dello scorso anno, navigando sul sito di Parma2020, ho scoperto che esisteva la possibilità di fare qualcosa per la mia città! Mi sono iscritta subito e dopo poco tempo ho avuto modo di conoscere Marina e le sue colleghe e lo straordinario impegno e cura che dedicano a questa attività.

Ho partecipato ai tre giorni dell'inaugurazione a Gennaio, prima sull'autobus ad accompagnare dei giovani musicisti poi al Teatro Regio per la cerimonia ufficiale che ha visto la presenza del Presidente Mattarella e infine al Museo Bottego ad accogliere i visitatori per il viaggio nella Città d'Oro.

Durante questa esperienza ho avuto modo di conoscere persone meravigliose, "colleghi" con la mia stessa passione con i quali ho potuto condividere con estrema semplicità e naturalezza, una stessa voglia di fare ed energia contagiosa. Con alcuni,  in particolare con le sei "colleghe" con le quali ho condiviso l'esperienza del Teatro Regio e con un "collega" con il quale ho condiviso l'esperienza del Museo Bottego e altre successive e più recenti, si è creato un legame che spero possa durare ed essere coltivato a lungo.

Insieme a loro, spero di essere riuscita a trasmettere ai visitatori la passione e l'amore per la nostra città e le persone che ne fanno parte. Quindi Viva Parma e non vedo l'ora di ricominciare!"

Chiara


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