Officina Parma

"D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda", così scriveva Italo Calvino, offrendoci una chiave di lettura straordinariamente contemporanea e contestualmente ancestrale del rapporto tra cittadino e città.

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Noi amiamo, rifiutiamo o difendiamo le nostre città in misura proporzionale alle risposte che esse danno alle nostre domande quotidiane, al modo in cui soddisfano i nostri bisogni, al livello di benessere o malessere di cui sono portatrici: il nostro essere cittadini passa da un processo di ri-conoscimento luogo-individuo che si costruisce quotidianamente attraverso un caleidoscopico sistema di domande/risposte che ci scambiamo fin dalla nascita con la terra in cui muoviamo i passi. 
É così che chi governa una città si trova a dover rispondere, rinnovando strumenti e processi, ai bisogni di individui diversi per generazione, cultira, formazione, interessi, attraverso processi, servizi e prodotti che vanno dal parco giochi al certificato di nascita, dal teatro alla mobilità, dagli spazi verdi alla raccolta dei rifiuti, tutti elementi che nell'offrirsi a chi abita un luogo generano l'essenza stessa della città e ne determinano relazioni interne ed esterne. 
Ed è proprio riflettendo su questi temi che Parma ha scommesso sul ruolo della cultura nel suo processo di sviluppo e di crescita, promuovendo un programma - La cultura batte il tempo - che ha preso avvio con la nomina della Città a Capitale Italiana della Cultura, il 16 febbraio 2018 ed ha visto negli obiettivi del dossier di candidatura il suo punto di partenza, ben evidenti anche nella motivazione della vittoria:

"I punti di forza del programma presentato, La cultura batte il tempo, sono in particolare la capacità di attivare e coordinare un sistema estremamente complesso di soggetti, allargato su base territoriale estesa. Il progetto, infatti, enfatizza un forte, attivo, coinvolgimento dei privati e delle imprese del territorio, una stretta relazione con il mondo dell'università e della ricerca, con il mondo della cultura e del welfare. Ma anche la presenza di un rapporto consapevole tra rivitalizzazione urbana, integrazione sociale e produzioni culturali con riferimento esplicito all'attivazione di distretti [...]".

Ebbene, il programma di Parma 2020+21 raccoglie e racconta l'energia e la creatività di questa grande "officina contemporanea", che dalla Bassa all'Appennino, tra paesi, campagne e città, negli ultimi due anni ha creduto, partecipato e lavorato per dare forma e sostanza all'idea della Capitale Italiana della Cultura 2020+21. 
La forma, che si nutre della tradizione, la reinterpreta e la trasforma in segni contemporanei. La sostanza è pensiero, conoscenza, nuove idee. Insieme rappresentano lo straordinario impegno che dirompe da questo programma, travalica i confini del territorio, e traguardando gli obiettivi della sostenibilità del 2030, si muove armonico battendo il tempo del fare cultura e del fare futuro. 

Francesca Velani, Coordinatore
progetti e strategie culturali