comunicato stampa, 18 marzo 2024
HOMO DEUS è la parola chiave dell’ottava edizione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea,
a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo, in programma a Parma dal 6 aprile al 19 maggio 2024.
In un’epoca di grande prosperità per le civiltà occidentali, ma al tempo stesso di recente instabilità, l’umanità del
futuro dovrà affrontare nuove problematiche legate al cambiamento climatico, al mutamento dell’habitat, alla
gestione delle risorse. Yuval Noah Harari, uno dei più grandi intellettuali, filosofi e divulgatori contemporanei, nel
suo saggio “HOMO DEUS. Breve storia del futuro” ha preannunciato alcune delle sfide che daranno forma
all’umanità XXI secolo, dalla robotica alla biotecnologia, dalla ingegneria genetica all’Intelligenza Artificiale.
Attraverso le opere di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, le mostre del festival indagheranno
tematiche legate al superamento della dimensione antropocentrica dell’uomo in favore di una visione tecnoumanistica (o trans-umanista) e datocentrica. L’Homo Sapiens, così come lo conosciamo ora, ha ormai esaurito
il suo percorso storico e, sostituito dall’Homo Deus, dovrà mettere queste nuove tecnologie al servizio del
progresso scientifico per la sopravvivenza biologica e spirituale dell’uomo.
Cinque grandi mostre di pittura, scultura, illustrazione, arte digitale e nuovi media sono allestite in dialogo
con chiese e palazzi storici della città di Parma, in un percorso diffuso sul territorio che ha come obiettivo quello
di valorizzare il patrimonio storico-artistico della città e di proporre al pubblico inedite visioni e prospettive
della creatività contemporanea.
Promosso dalle associazioni culturali 360° Creativity Events ed Art Company, PARMA 360 Festival ha ricevuto
il patrocinio e il contributo del Comune di Parma, il patrocinio della Regione Emilia-Romagna ed è sostenuto
da un’ampia rete di partner pubblici e privati.
Il piano nobile di Palazzo Pigorini, edificio settecentesco affrescato con scene mitologiche da Francesco
Scaramuzza, ospita la mostra “Survival” di Piero Gilardi (Torino 1942-2023), in omaggio al Maestro dell’Arte
Povera – recentemente scomparso – ecologista ante-litteram e tra gli autori italiani più influenti del secondo
dopoguerra a livello internazionale. Il progetto espositivo, a cura di Chiara Canali, racconta il percorso di Gilardi
a partire dal suo complesso rapporto con la Natura, soggetto del suo lavoro, e con la Tecnologia, che ne ha
condizionato tecniche e modelli di fruizione. Dal 1965 Piero Gilardi inizia a realizzare i “Tappeti-natura” con
l’intento di stimolare nella società futura la percezione sensoriale dell’ambiente naturale, riproposto attraverso
“dispositivi domestici” artificiali. Opere d’arte che rappresentano in modo realistico e meticoloso sezioni
tridimensionali di suolo e paesaggio a grandezza naturale (piante di fico, palmeti, girasoli, cavoli, zucche,
pesche…), intagliate nel poliuretano espanso e dipinte con pigmenti sintetici, sino al limite dell’iperrealismo.
Sono sculture dipinte che non vanno contemplate passivamente, bensì devono interagire sensorialmente con il
corpo del fruitore, per accoglierlo ed essere toccate, udite, percorse, esperienziate.
Il concetto di “interattività” attraversa tutta la mostra ed è accentuato in alcune opere più recenti come “Scoglio
bretone” (2001), “Panthoswall” (2003) e “La Tempesta perfetta” (2017) che rientrano nel percorso di ricerca che,
a partire dagli anni Ottanta, porta l’artista a utilizzare la tecnologia per consentire allo spettatore di partecipare
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attivamente interagendo con l’oggetto artistico, al fine di mobilitare una risposta nei confronti della difesa
dell’ambiente e della sopravvivenza del Pianeta.
La mostra ci restituisce la figura di Piero Gilardi non solamente quale artista e ricercatore, ma anche nelle vesti
di animatore culturale di un “attivismo militante creativo”, a beneficio di una condivisione esperienziale che
ha come obiettivo l’impegno sociale e la lotta biopolitica. “In retrospettiva, la precoce consapevolezza di Gilardi
per le dinamiche interattive, ma contraddittorie, fra modernità ed ecologia, come istanze preponderanti nelle
trasformazioni culturali e quotidiane dell’umanità, si è rivelata molto lungimirante”, ha affermato Hou Hanru in
occasione della mostra al MAXXI di Roma.
La mostra riunisce una ventina di opere dell’artista, anche di grandi dimensioni, e si avvale di prestiti da parte
della Fondazione Centro Studi Piero Gilardi, della Galleria Giraldi di Livorno, della Galleria Enrico Astuni
di Bologna e di collezionisti privati.
Al secondo piano di Palazzo Pigorini si sviluppa la prima sezione della mostra collettiva “L’opera d’arte
nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale”, a cura di Chiara Canali, Rebecca Pedrazzi e Davide Sarchioni, la
prima mostra collettiva di artisti italiani sulla Intelligenza Artificiale. Il titolo del progetto “L’opera d’arte
nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale” si ricollega al famoso saggio di Walter Benjamin L'opera d'arte
nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, pubblicato nel 1936, in cui il filosofo tedesco sosteneva come,
all’inizio del XX secolo, l’invenzione e l’utilizzo di nuove tecniche, quali il cinema e la fotografia, stesse
radicalmente cambiando le modalità di produzione e di ricezione artistica. Allo stesso modo, negli ultimi anni,
l’Intelligenza Artificiale ha visto una rapida ascesa – Intelligenza Artificiale è stata designata parola dell'anno
2023 dal Collins Dictionary –, e oggi sempre più artisti si sono confrontati e usano questa tecnologia per creare
opere d’arte e progetti artistici collaborativi verso nuovi linguaggi estetici. In mostra: video, progetti immersivi,
artwork digitali ma anche opere fisiche: dal mosaico all’installazione, dalla scultura alla fotografia – tutte opere
frutto della creatività artistica di un pool di 20 artisti che hanno incluso nella loro ricerca e produzione l’uso
dell’AI.
La mostra intende indagare diverse modalità di utilizzo dell’IA da parte di una ventina di artisti pionieri del
digitale o AI artists di nuova generazione. Temi come la natura, la botanica, l’ambiente, ma anche l’uomo,
l’umanità, le comunità, le città, i monumenti, le macchine, i sogni, le mitologie sono plasmati e/o trasformati
attraverso l’impiego delle GAN, degli algoritmi e delle AI Generative, tra arte elettronica, glitch art, realtà
aumentata, realtà virtuale e altre forme espressive dell’era digitale.
In mostra sono esposte le opere di: Antonio Barbieri, Domenico Barra, Davide Maria Coltro, Andrea Crespi,
Giuliana Cunéaz, Debora Hirsch, Nick Landucci, Giuseppe Lo Schiavo, Manuel Macadamia, Vincenzo
Marsiglia, Mauro Martino, Angelo Demitri Morandini, Max Papeschi con Michele Ronchetti, Chiara Passa,
Giuseppe Ragazzini, Martin Romeo, Svccy.
Il progetto dedicato all’AI si completa con una seconda sezione espositiva, allestita presso il Torrione
Visconteo, torre medievale sita in via dei Farnese, di fronte alla Pilotta, che presenta le video-installazioni sitespecific ed immersive degli artisti Luca Pozzi, Kamilia Kard e Lino Strangis.
Durante lo svolgimento della mostra sarà presentato il libro-catalogo dedicato al progetto, edito da Jaca
Book, che riunisce i saggi dei curatori Chiara Canali, Rebecca Pedrazzi, Davide Sarchioni, un contributo inedito
di Piero Gilardi e l’apparato critico e iconografico dedicato ai venti artisti in mostra. L’esposizione avrà il suo twin
digitale nel Metaverso su Spatial grazie alla collaborazione con Dario Buratti che ha realizzato un nuovo
spazio con architetture futuristiche che accoglieranno le opere degli artisti nella loro versione digital.
Emanuele Giannelli, uno dei più celebri scultori contemporanei, è il protagonista della mostra Humanoid, a
cura di Camilla Mineo, alla Chiesa sconsacrata di San Ludovico con quaranta opere di grandi dimensioni e
presente in città con l’iconica Mr. Arbitrium, opera monumentale di oltre 5 metri che sorregge la Chiesa di San
Francesco del Prato, gioiello gotico della Città di Parma, riaperta dopo 200 anni di storia travagliata, situata a
pochi passi dal Duomo e Battistero. Al centro del lavoro dello scultore – diplomato all’Accademia di Carrara e da
Roma approdato con il suo laboratorio a Pietrasanta, in Versilia – c’è l’Uomo, indagato nel suo essere
contemporaneamente primitivo e futuristico, umano e non umano, in bilico fra uno stato primigenio (l’ironica
Monkey Tribù) e un futuro incerto e globalizzato. In mostra è esposta una selezione di opere degli ultimi anni,
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realizzate prevalentemente in resina e ceramica: gruppi scultorei composti da singole figure o da gruppi di umani
che dialogano strettamente fra loro, creando un universo dall’estetica futuristica impregnato di atmosfere filmiche
e letterarie. Nei lavori di Giannelli i corpi sono modellati come fossero entità ibride, dotate di protesi tecnologiche:
occhiali da saldatore, binocoli e visori (Korf) proiettano l’Uomo in un mondo virtuale che lo allontana dalla realtà,
un universo in cui il progresso tecnologico, l’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie hanno rivoluzionato e
messo in crisi i più fondanti concetti identitari.
Giannelli sembra proiettarci in scenari apocalittici e fantascientifici raccontandoci di un’umanità alienata e
omologata, dotata di numeri seriali sul petto: eserciti ieratici e silenziosi, come nell’opera Mr. Kirbiati, o come
invece nei Sospesi, sculture in cui l’artista rappresenta lo sforzo fisico del corpo umano che cerca di opporsi alla
forza di gravità, figure fluttuanti in una dimensione sospesa, alla ricerca di un equilibrio.
Le opere di Giannelli sorprendono e incuriosiscono e spingono a una riflessione profonda sul momento storico
che stiamo vivendo, sul rapporto dell’uomo con la tecnologia, sull’incapacità che abbiamo di comunicare fra di
noi in un mondo ultra connesso (Stati di allerta) e sul ruolo che l’essere umano avrà nel futuro del mondo, sulle
scelte che compirà per sé stesso e, soprattutto, per il pianeta che lo ospita.
The Space Between presso il Laboratorio aperto del Complesso di San Paolo, vede esposti i lavori di
quattro grandi illustratori contemporanei che da tempo hanno affermato il loro nome ed il loro lavoro in ambiti
nazionali ed internazionali e che per la prima volta dialogano tra loro. La mostra, a cura di Federico Cano Correa
di Galleria Caracol, espone i lavori più recenti di Emiliano Ponzi, Bianca Bagnarelli, Antonio Pronostico e
Manfredi Ciminale. In un mondo in cui è sempre più difficile riconoscere la mano dell’umano rispetto ad un’AI, il
ruolo dell’illustratore diventa quello di un narratore silenzioso, un artigiano del disegno che ci suggerisce di
fermarci e di soffermarci per qualche secondo su di un’immagine, scovarne il senso profondo e farla (in qualche
modo) nostra.
Ponzi è uno degli autori italiani contemporanei più affermati a livello internazionale e, lavorando in tecnica
digitale, porta avanti uno stile concettuale assolutamente riconoscibile ed unico, dove la prospettiva, il punto di
fuga e i colori donano ai soggetti che illustra un dinamismo ed un movimento quasi cinematografico. In mostra
sono esposte illustrazioni editoriali realizzate per clienti come The New Yorker, Feltrinelli ed Einaudi, alcune
tavole tratte dal libro commissionatogli dal MoMa di New York su Massimo Vignelli “The Great New York Subway
Map”. Bianca Bagnarelli è uno dei grandi talenti emergenti dell’illustrazione e del fumetto italiano. Il suo è uno
stile che risente molto dell’influenza del fumetto americano contemporaneo, complice una sua grande abilità
compositiva unita ad una sensibilità artistica elevata, Bagnarelli è arrivata in poco tempo ad essere una delle
firme più richieste da riviste come The New York Times e The NewYorker per la quale ha recentemente
realizzato la famigerata copertina “Deadline”. Antonio Pronostico, autore già di tre libri per Coconino Press, è
una delle matite più interessanti ed originali degli ultimi anni. Anche lui divide il suo lavoro tra illustrazione e
fumetto e utilizza la tecnica della matita e dell’acrilico, rimanendo fedele ad un approccio più analogico. Infine nel
lavoro di Manfredi Ciminale possiamo riconoscere influenze provenienti da diverse epoche storiche e da diversi
stili, in mostra ci sarà la sua serie dedicata alle nuvole, che fa parte di un progetto personale che porta avanti da
diverso tempo. Ciminale è un artista che pone la questione ambientale al primo posto, emblematica l’immagine
esposta che vede l’Empire State Building di New York un istante prima di essere sommerso da un’onda gigante.
L’ottava edizione di PARMA 360 Festival si completa con una serie di talk, incontri e workshop con gli autori
protagonisti delle mostre e alcuni relatori, critici d’arte, curatori, giornalisti, operatori culturali in dialogo con
loro.
Come ogni anno, il Festival si allarga alla città intera attraverso un CIRCUITO OFF, organizzato grazie al
contributo dell’Assessorato alla Rigenerazione Urbana e Attività economiche, per far rivivere in modo nuovo gli
spazi della città, promuovere la cultura artistica presente nel territorio e coinvolgere attivamente tutta la
cittadinanza attraverso un percorso ramificato nel centro storico di Parma. All’appello sono chiamati una
cinquantina di spazi creativi della città, tra negozi, ristoranti, librerie, studi d’artista ed esercizi vari. Quest’anno il
CIRCUITO OFF di Parma 360, sbarca in Galleria Polidoro e Galleria Bassa dei Magnani proponendo
un’ampia offerta culturale che ha l’obiettivo di rianimare, rivitalizzare e riqualificare lo spazio delle Gallerie
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attraverso il presidio della zona, il decoro, la cura e la realizzazione di attività artistiche e creative articolate in un
ricco calendario di eventi in collaborazione con i commercianti e una rete di partner come il Gruppo Giovani
Imprenditori di Ascom e Bia Garden Store.
PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, che vede la direzione artistica e la curatela di Chiara
Canali, Camilla Mineo e di Silvano Orlandini come Direttore di produzione, è organizzato dalle associazioni
360° Creativity Events ed Art Company, con il contributo del Comune di Parma, il patrocinio della Regione
Emilia-Romagna, e un’ampia rete di partner pubblici e privati, tra cui Gruppo Zatti, BPER, Euplip, Studio Livatino,
Athena - professionisti e consulenti associati, Fiere di Parma, Ara Noleggi, Termoblok, Colser, Ascom, Villani vini
e liquori, Starhotels Du Parc.
Info festival:
Parma 360 Festival della creatività contemporanea
(VIII Edizione)
HOMO DEUS
Direzione artistica
Chiara Canali, Camilla Mineo
Parma, sedi varie
Dal 6 aprile al 19 maggio 2024
BIGLIETTI VIVATICKET
Intero € 10 | Ridotto € 8
https://www.vivaticket.com/
Informazioni al pubblico
www.parma360festival.it
parma360festival@gmail.com
Ufficio Stampa Parma 360
Laura Cometa
press@lauracometa.com
+39 327 1778443