Alla Galleria San Ludovico una mostra dedicata al grande fotografo italiano con immagini di sculture, musei, chiese, palazzi e giardini riproposte in una proiezione coinvolgente che offrirà al pubblico un'immersione nelle opere, dallo stile inconfondibile, dell'artista.
Si terrà venerdì 22 luglio alle 18 l’inaugurazione della mostra Vasco Ascolini, Capitali della Cultura. Immagini e incarichi dei più prestigiosi musei del mondo, alla presenza del fotografo Vasco Ascolini, del sindaco Michele Guerra e dei curatori Amedeo Palazzi e Cesare Di Liborio. La mostra, allestita nella Galleria San Ludovico a Parma e prodotta dal Comitato per Parma 2020 con il sostegno di Enel, raccoglie gli scatti di Ascolini che, con il suo punto di vista e stile inconfondibili, ha colto i dettagli di città capitali della cultura nazionali e internazionali, come Arles, Berlino, Il Cairo, Ginevra, Parma, Versailles e Tunisi.
Immagini di sculture, musei, chiese, palazzi e giardini che si incontrano nella quotidianità – a colori, in movimento, immersi in rumori di fondo – segnaletiche, cancelli e automobili, negli scatti selezionati per la mostra perdono la scala, e il loro senso è modificato da un nero potente, che confligge con la luce.
Vasco Ascolini è l’unico fotografo italiano di cui abbiano scritto lo storico dell’arte sir Ernst H. Gombrich e il grande medievalista Jacques Le Goff. Le sue fotografie sono state definite “eccezionali” dal critico Federico Zeri, la sua poetica è stata collegata alla messa in scena della scultura e ai gesti del teatro Kabuki dallo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle. Cavaliere delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese, Ascolini personifica il motto nemo propheta in patria, perché, nonostante il riconoscimento internazionale, in Italia resta poco noto. Questa mostra si propone di far conoscere la sua fotografia al grande pubblico.
Ascolini, che proprio a Parma negli anni Settanta ha iniziato la sua formazione come artista, partecipando da uditore alle lezioni universitarie di Quintavalle, ora torna in città con una mostra che vuole far vivere agli spettatori un’esperienza diversa e totalizzante: il pubblico potrà osservare le fotografie proiettate su un maxischermo e, in sottofondo, potrà ascoltare una selezione di suoni registrati in presa diretta in tutti i luoghi fotografati, che contribuirà ad aumentare lo straniamento. Non una mostra tradizionale, dunque, ma un film, con un inizio e una fine, il visivo associato all’audio, gli spettatori seduti e il buio in sala.