Vivere e non sopravvivere

Giustizia Riparativa: la storia, il linguaggio, la parola, l’ascolto

Vivere e non sopravvivere

 

Il 12 novembre a Parma si torna a parlare di “giustizia riparativa” all’Auditorium Paganini. L’incontro sarà condotto da Gad Lerner, e avrà come focus “la storia, il linguaggio, la parola, l’ascolto”. Interverranno Agnese Moro, Giorgio Bazzega, Manlio Milani, Franco Bonisoli, Adriana Faranda e Fiammetta Borsellino.
Ripercorrere la storia di ieri, le persone che l’hanno vissuta ed attraversata, e rivederle oggi, quelle persone che hanno o subito o compiuto errori, ha un aspetto comunicativo e di elaborazione importante. Ma soprattutto uno strumento per capire quanto il linguaggio abbia un ruolo ed un valore fondamentali nei rapporti sia politici che umani.
Gli anni ’70, ma anche le vicende di mafia, rappresentano senza dubbio eventi traumatici della storia italiana. Spesso si parla in effetti di una ferita non rimarginata che ha prodotto un oblio difensivo con significative ripercussioni sulle generazioni a venire.
Nonostante il tempo passato e tutte le relative storicizzazioni, questi argomenti rappresentano un tema tuttora difficile da trattare, ma che può e deve essere elaborato oggi partendo dalle vicende che li hanno caratterizzati, comprese le vicende private, per arrivare a guardare cosa è rimasto di quei fatti e delle persone che li hanno prodotti e subiti.
Le sentenze infatti non bastano, senza contare che una delle cause della mancanza cronica di una memoria condivisa su quel passato sta nell’uso pubblico e politico della storia, troppo spesso strumentale a questa o quella parte.
Il crimine determina una frattura nelle relazioni sociali. In una società che prenda le distanze dall’idea del capro espiatorio, non si dovrebbe puntare a riparare quella frattura?
Da qualche tempo si discute di giustizia riparativa, restaurativa, riconciliativa. Il bisogno di incontrare, ascoltare e comprendere parte dai famigliari delle vittime: Agnese Moro, figlia dello statista Aldo ucciso dalle BR nel ’78, Giorgio Bazzega, figlio del poliziotto Sergio ucciso dal brigatista Walter Alasia in un conflitto a fuoco, Manlio Milani, marito di Livia morta nella strage di Piazza della Loggia a Brescia, hanno incontrato, ascoltato e costruito un percorso con Franco Bonisoli, ex brigatista componente del comitato esecutivo delle Br, o Adriana Faranda, membro della colonna Romana delle Br. A queste persone si avvicina e si affianca Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo ucciso dalla mafia.

Il 12 novembre a Parma si torna a parlare di “giustizia riparativa” all’Auditorium Paganini. L’incontro sarà condotto da Gad Lerner, e avrà come focus “la storia, il linguaggio, la parola, l’ascolto”. Interverranno Agnese Moro, Giorgio Bazzega, Manlio Milani, Franco Bonisoli, Adriana Faranda e Fiammetta Borsellino.
Ripercorrere la storia di ieri, le persone che l’hanno vissuta ed attraversata, e rivederle oggi, quelle persone che hanno o subito o compiuto errori, ha un aspetto comunicativo e di elaborazione importante. Ma soprattutto uno strumento per capire quanto il linguaggio abbia un ruolo ed un valore fondamentali nei rapporti sia politici che umani.
Gli anni ’70, ma anche le vicende di mafia, rappresentano senza dubbio eventi traumatici della storia italiana. Spesso si parla in effetti di una ferita non rimarginata che ha prodotto un oblio difensivo con significative ripercussioni sulle generazioni a venire.
Nonostante il tempo passato e tutte le relative storicizzazioni, questi argomenti rappresentano un tema tuttora difficile da trattare, ma che può e deve essere elaborato oggi partendo dalle vicende che li hanno caratterizzati, comprese le vicende private, per arrivare a guardare cosa è rimasto di quei fatti e delle persone che li hanno prodotti e subiti.
Le sentenze infatti non bastano, senza contare che una delle cause della mancanza cronica di una memoria condivisa su quel passato sta nell’uso pubblico e politico della storia, troppo spesso strumentale a questa o quella parte.
Il crimine determina una frattura nelle relazioni sociali. In una società che prenda le distanze dall’idea del capro espiatorio, non si dovrebbe puntare a riparare quella frattura?
Da qualche tempo si discute di giustizia riparativa, restaurativa, riconciliativa. Il bisogno di incontrare, ascoltare e comprendere parte dai famigliari delle vittime: Agnese Moro, figlia dello statista Aldo ucciso dalle BR nel ’78, Giorgio Bazzega, figlio del poliziotto Sergio ucciso dal brigatista Walter Alasia in un conflitto a fuoco, Manlio Milani, marito di Livia morta nella strage di Piazza della Loggia a Brescia, hanno incontrato, ascoltato e costruito un percorso con Franco Bonisoli, ex brigatista componente del comitato esecutivo delle Br, o Adriana Faranda, membro della colonna Romana delle Br. A queste persone si avvicina e si affianca Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo ucciso dalla mafia.